Siamo un gruppo di professioniste e professionisti che si occupa di analisi dei media su crimine e giustizia.
Il genere crime conta un considerevole numero di appassionati. Tant’è che sui social gli argomenti legati alla cronaca nera e ai grandi casi giudiziari sono i più gettonati.
Ora che siamo in una situazione di tensione – con l’invasione russa dell’Ucraina – il crimine ci tocca ancor più da vicino. E suscita ancor più il nostro interesse.
È interessante la spiegazione che diede tre anni fa alla rivista online Marie Claire la criminologa Isabella Merzagora: “Il delitto sposta l’attenzione, ci evita di pensare a problemi più vicini e pressanti come il lavoro, la sicurezza, la crisi. Il paradosso è che alla fine tutto questo è liberatorio”.
Le notizie sul crimine sono, insomma, una forma di “intrattenimento”. Come tutte le notizie del resto. Ne abbiamo conferma con il successo che hanno i necrologi dei giornali quotidiani, specie quelli locali.
L’ossessione per i casi di omicidio è però qualcosa di più profondo e coinvolgente del semplice interesse. Vi è, alla base, la sfida che il male, il mistero e l’ignoto ci lanciano.
Del resto, la storia del genere umano è andata avanti grazie alla curiosità e alla voglia di superare gli enigmi che la vita ci pone davanti.
Cosa c’è, allora, di più enigmatico di un omicidio di cui non riusciamo a cogliere il colpevole?
“Fine dei giochi” è il libro di Allegra Gucci sotto forma di dialogo immaginario con il padre Maurizio, morto a Milano il 27 marzo del 1995.
Maurizio Gucci era erede del noto marchio del fashion della doppia G. È stato assassinato nel portone di casa, da un killer assoldato dalla ex moglie Patrizia Reggiani.
La Reggiani è stata condannata quale mandante di quel delitto a 25 anni di carcere. Ne ha scontati 18 ed è stata rimessa in libertà.
Dopo 27 anni, Allegra Gucci, figlia della coppia, con la primogenita Alessandra, racconta per la prima volta la sua verità, il suo vissuto, la sua elaborazione e la sua nuova vita nelle 208 pagine del libro “Fine dei giochi”.
Nata nel 1981, laureata in Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano, Allegra Gucci ha provato a proteggere la sua vita privata, travolta dal caso di cronaca nera e dalla morbosità dei media. Adesso vive in Svizzera ed è madre di due figli.
Nel libro “Fine dei giochi”, Allegra Gucci fa chiarezza sulle figure che si sono mosse attorno a un caso che ha attirato per anni (e non è finita) l’interesse dei media.
Il suo racconto – in questa lunga lettera al padre Maurizio – è anche un atto d’accusa contro le speculazioni dei media. E una sconfessione aperta di quella “caricatura”, come la chiama lei, che è il film House of Gucci, candidato all’Oscar.
Il mistero sulla sparizione della bambina. Segreti, reticenze e mezze verità di un caso internazionale. La vicenda di Denise Pipitone, con la scomparsa 17 anni fa di una bambina di neppure 4 anni, è ora un docufilm che porta il nome della protagonista di questo dramma.
Le ultime uscite nelle sale dei cinema italiani ci riservano alcune pellicole interessanti. Ne segnaliamo due: “La promessa – il prezzo del potere”, con Isabelle Huppert; e “Il male non esiste”, dell’iraniano Mohammad Rasoulof sul tema dell’omicidio di Stato (la pena capitale).
Sky Cinema propone una serie di film thriller che sono fruibili anche in streaming, quando vuoi, sulla piattaforma Now. Fra i titoli vi sono alcune pellicole che trattano i temi che ci sono cari: il potere, l’inganno, lo scarto fra ciò che appare in superficie e la verità sostanziale dei fatti.
Mafia, il documentario “Io lo so chi siete” racconta la resistenza di un padre 80enne – una storia vera – che vuole la verità sull’uccisione, nel 1989, del figlio poliziotto e della nuora (che era incinta). Un esempio di un cinema che sta dalla parte della persona contro l’omertà e il crimine.
La serie di articoli su come i giornali genovesi raccontano la sparizione di Milena Sutter e i sospetti su Lorenzo Bozano (Genova, maggio 1971).
“Venite signori della guerra
voi che costruite i cannoni
voi che costruite gli aereoplani di morte
voi che costruite le bombe
voi che vi nascondete dietro muri
voi che vi nascondete dietro scrivanie
voglio solo che sappiate
che posso vedere attraverso le vostre maschere”
(Bob Dylan, Masters of War)
Il libro "Il Biondino della Spider Rossa",
in ebook o in versione su carta
Scritto dalla criminologa Laura Baccaro e dal giornalista e studioso Maurizio Corte sul (presunto) rapimento e omicidio di Milena Sutter (Genova, maggio 1971).
IL BIONDINO DELLA SPIDER ROSSA
Il Corsivo
Secondo Treccani la cronaca nera "riguarda delitti, furti, scandali". Questo settore del giornalismo ha da sempre attirato l’interesse del pubblico; si potrebbe dire che le vicende fuori dall’ordinario sono il loro pasto prelibato, un movimento che rompe la noia. I casi di omicidio, i Cold Case, le vicende giudiziarie, le indagini. Tutto ciò piace alla gente.
L’attenzione dell’opinione pubblica, già alta per la curiosità, talvolta sale fin quasi al limite dell’ossessione. Diventa essa stessa incarnazione dell’investigatore e del giudice. Ma qual è l’ingrediente segreto? Lo storytelling. Dalle prime pagine dei notiziari cominciano a defluire storie di vite umane stravolte o perfino spezzate. Tutto sta nel modo in cui le storie vengono raccontate e le persone coinvolte vengono presentate. Questo attiva la curiosità e, in particolare, provoca diverse emozioni nel pubblico, che si ritrova assorbito nella storia quasi come se fosse sua.
Il mero interesse diventa altro: una sfida, una forma di intrattenimento, una lotta per i diritti. Il coinvolgimento emotivo è il punto di arrivo dello stoytelling giornalistico di cronaca nera. Per tale motivo sono le storie che vendono di più.
Gaia Corradino
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