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Quale rapporto fra mass media e vicende criminali?

Nel rapporto fra media e vicende di cronaca nera e giudiziaria vi è un che di ambivalente. Da un lato è fondamentale che la stampa – dal giornale alla tv, alla radio e al web – e i social media diano conto di fatti criminosi e processi.

La difesa della legalità passa anche dal conoscere i reati e i delitti commessi, le sanzioni che vengono comminate a chi infrange la legge, il modus operandi della polizia e dei tribunali.

Trasparenza, verità sostanziale dei fatti, onestà del racconto sono valori importanti in una democrazia. E lo sono soprattutto là dove è a rischio la salute o la vita delle persone.

Dall’altro lato, il rischio è che i media processino e condannino i sospettati di un crimine prima che vi sia stato un processo. Pur in assenza di elementi completi su un fatto criminoso, l’opinione pubblica viene indotta a credere che l’essere indagato o arrestato o rinviato a giudizio significhi essere già colpevole.

Millanta sono i casi di persone scagionate, che tuttavia non si sono liberate dalla “condanna mediatica”.

Che cosa fare? L’appello è ai giornalisti e ai comunicatori, affinché si attengano – in modo autonomo da polizia e magistratura – ai fatti e ai valori del giusto processo e della presunzione d’innocenza.

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​Richard Jewell e la stampa asservita alla polizia​

Richard Allensworth Jewell, nato nel 1962 e morto a 44 anni nel 2007, era una guardia di sicurezza americana e agente delle forze dell'ordine che ha fatto intervenire la polizia durante l'attentato al Centennial Olympic Park, alle Olimpiadi estive del 1996 ad Atlanta, in Georgia (Usa).

Jewell ha scoperto uno zaino con tre bombe nel parco dove si teneva un concerto. Ha dato una mano a far scappare le persone prima che le bombe esplodessero.

In questo modo, ha salvato decine di persone da morte e ferite. Celebrato subito come un eroe, Richard Jewell è stato poi indagato dall’Fbi come possibile attentatore.

Jewell non è mai stato arrestato, né processato. L’indagine e i sospetti dell’Fbi e delle forze locali di polizia lo hanno esposto tuttavia a un "processo mediatico".

È stato scagionato come sospetto dopo 88 giorni di controllo pubblico.

L’attentatore, Eric Rudolph, ha confessato e si è dichiarato colpevole di quell'attentato e di altri attacchi. In questo modo, Richard Jewell è potuto essere riabilitato, non senza pagare un prezzo assai alto all’assalto dei media.

La sua vicenda è al centro del film che porta come titolo il nome e cognome Richard Jewell. Il film è stato diretto da Clint Eastwood ed è uscito al cinema nel 2019.

Nel film possiamo rivivere la figura di Richard, la sua fede profonda nel rispetto della legge, le sue ingenuità e il suo dramma.

I media non vi fanno una bella figura, appiattiti come sono sulle strampalate supposizioni dell’Fbi e delle forze di polizia che lo credevano colpevole oltre ogni ragionevole dubbio.

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​Il senso di Hitler. Il criminale nazista e il suo fascino che dura ancora​

Quale fascino ancora esercitano il dittatore criminale Hitler e il nazismo? La domanda è tuttora aperta, come ci mostra il film “Il senso di Hitler”, girato in nove Paesi. Il film si inquadra nel Giorno della Memoria, evento che non si può certo fermare a un solo giorno.

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​Film al cinema. “Assassinio sul Nilo”, dal romanzo di Agatha Christie​

Al cinema da inizio febbraio 2022, “Assassinio sul Nilo” – tratto dal romanzo giallo di Agatha Christie – incassa alla grande al botteghino e ottiene l’interesse degli spettatori. La messa in scena, nonostante le molte versioni in film del romanzo, merita di essere vista.

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​Il trailer della newsletter Crime Window: Richard Jewell (film, 2019)​

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​Otto film thriller di qualità che meritano di essere visti​

Ci sono nuovi film thriller del 2021, con qualche puntata sull’horror, che meritano attenzione. E su cui riflettere. Il motivo? Le tematiche che, in modo diretto o indiretto, affrontano. Alcuni sono già disponibili, altri arrivano nella versione in italiano a breve.

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​Crime, Justice & Media: La donna nel cinema fra sesso, potere e stereotipi​

Vi è una rappresentazione stereotipata – con punte di pregiudizio – della donna nella cinematografia, specie americana. Lo dimostra il film documentario Brainwashed: Sex – Camera – Power.

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​Cronaca & Storia: Milena Sutter ancora non si trova​

La serie di articoli su come i giornali genovesi raccontano la sparizione di Milena Sutter e i sospetti su Lorenzo Bozano (maggio, 1971).

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​“JFK. Destiny betrayed” (regia di Oliver Stone, 2021)​

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​“Hurricane ” (Bob Dylan, 1975)​

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in ebook o in versione su carta
​Scritto dalla criminologa Laura Baccaro e dal giornalista e studioso Maurizio Corte sul (presunto) rapimento e omicidio di Milena Sutter (Genova, maggio 1971).​
​IL BIONDINO DELLA SPIDER ROSSA ​

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Il Corsivo

Tra i mass media e la cronaca nera scorre un sentimento amore/odio di vecchia data. Sono legati da un rapporto informativo che nulla o quasi può dissolvere.

Capita però che l’informazione venga intaccata dall’arrivo di un terzo incomodo: lo storytelling. E così tecniche di narrazione rischiano di sbiadire la verità sostanziale dei fatti sotto il peso di una gomma che cancella i dati certi in favore di emozioni fuorvianti.

La fitta nebbia di emozioni scende ad avvolgere il giudizio critico dei lettori. Per evitare che ciò avvenga, i mass media necessitano di un ombrello. La pioggia dei pregiudizi non deve intaccare il loro pensiero critico.

L’addizione è semplice: casi di cronaca nera + coinvolgimento emotivo = maggiori vendite. Invece, la cronaca nera esige chiarezza perché il rispetto per le parti coinvolte è il bene supremo.

Quando i mass media si occupano di casi di omicidio hanno il dovere di preoccuparsi degli attori della notizia, e non dei lettori. Le logiche dettate dall’alto fatturato non possono prevalere sull’etica umana e professionale.

Nicoletta Apolito

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Direttore editoriale e coordinatore scientifico:
Maurizio F. Corte