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Redazione Il Biondino della Spider Rossa

Il teatro dei media: la verità e l'apparenza

Published almost 2 years ago • 4 min read

Teatro - Newsletter CrimeWindow - magazine ilbiondino.org - Photo 94570720 Angelo Cordeschi Dreamstime

Il teatro dei media: la verità e l’apparenza

C’è un genere cinematografico che meglio rappresenta l’inganno dei media. Ovvero quel meccanismo in cui ciò che appare è assai diverso da quanto davvero accade.

Quel genere è il thriller, che meglio si esprime quando si declina in un’aula di giustizia, in un’indagine di polizia oppure in un gioco psicologico fra menti raffinate.

Il genere thriller raffigura, poi, al meglio la teatralità dei media. Porta in evidenza come i mezzi di comunicazione – siano essi informativi o mirati all’intrattenimento – ci confezionino spesso verità di comodo.

Ne è un esempio, in uscita nei cinema proprio in questi giorni e a settembre sulla Rai, il film / serie televisiva “Esterno Notte”, di Marco Bellocchio.

Oggi possiamo ben dire che il “teatro dei media”, con il Caso Moro di cui tratta il film di Bellocchio, hanno ben saputo presentare l’apparenza come sostanza. E lasciare la verità (ancora oggi) molto indietro.

I media l’hanno fatto (o lo fanno) apposta? A questa domanda puoi rispondere tu, che leggi. Perché se ami il genere thriller, non ti fermi certo a un verità di comodo; oppure a una storia incompleta.

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Il Caso Moro e il ruolo di Gran Bretagna e Stati Uniti

C’è un modo per comprendere meglio gli eventi, le persone, le organizzazioni. Ed è quello di contestualizzarli nel loro ambiente, nell’atmosfera di cui si circondano, nelle relazioni che intessono.

Il Caso Moro è un caso internazionale, quindi esce dai confini nazionali e dal mero recinto della Prima Repubblica. I terroristi delle Brigate Rosse, poi, sono alcuni degli attori della tragedia del presidente della Democrazia Cristiana: come in tutti i drammi, oltre agli attori vi sono gli sceneggiatori e i registi.

Comprendere a fondo la vicenda di Aldo Moro – sequestrato, dopo aver ucciso la sua scorta, il 16 marzo 1978 – vuol dire comprendere sia la Storia d’Italia dal dopoguerra a oggi; sia lo scenario internazionale in cui si combatte la guerra fra Russia, Paese invasore, e Ucraina, Paese invaso.

Capire il significato dell’omicidio di Moro, il 9 maggio del 1978, è poi una strada per risolvere il dilemma che allora turbò decine di milioni di italiani: si poteva salvare il fautore del compromesso storico fra Democrazia Cristiana e Partito Comunista? Chi volle la sua morte? Perché Moro doveva morire.

In un colloquio fra il giornalista investigativo Giovanni Fasanella, ricercatore attento alle vicende italiane in un quadro internazionale, e lo studioso Germano Dottori, che scrive per la rivista di geopolitica Limes, possiamo trovare molte risposte. E una chiave di lettura di quanto sta accadendo oggi. E di come si potrebbe uscire da una guerra evitabile.

Il video sul Caso Moro e sul ruolo di Gran Bretagna e Stati Uniti dura oltre due ore e mezza. Merita tutta la nostra attenzione. E tutta la riflessione critica di cui siamo capaci.

Gli inganni dell’apparenza: “Io se fossi Dio” (Giorgio Gaber, 1982)

L’ipocrisia è uno degli strumenti migliori per dissimulare e coprire la verità sostanziale dei fatti. Dal piccolo borghese al terrorista al potente di turno: tutti hanno qualcosa da nascondere. Ma Dio, ci dimostra Gaber, non si lascia fregare dalle apparenze.

Esterno Notte - film

“Bad roads. Le strade del Donbass”. Un documentario al centro del conflitto ucraino

Il lungometraggio d’esordio della regista nata a Kiev, Natalya Vorozhbit, racconta quattro storie, quattro frammenti di quel mondo che oggi, dopo l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio da parte della Russia, sembra meno lontano. Il conflitto visto nei suoi aspetti di vita quotidiana.

Film al cinema. Le uscite in sala: “Esterno Notte”, l’opera di Marco Bellocchio sul Caso Moro

Le uscite nelle sale dei cinema italiani ci offrono una chicca che assume un particolare significato in questi tempi di guerre per procura. La chicca si chiama “Esterno Notte”, la serie tv che uscirà a settembre in Rai, firmata da Marco Bellocchio. E che possiamo vedere in anteprima al cinema.

Il trailer della newsletter Crime Window: Il Divo (film, 2008)

Assassinio sul Nilo: film giallo fra dramma d’amore e ricerca del colpevole

C’è un Hercule Poirot che affascina, nella nuova versione del film “Assassinio sul Nilo”. È il solito investigatore belga, ma farà storcere il naso ai puristi. Mentre accontenterà chi voleva saperne di più della sua umanità. Lo vediamo nella Prima Guerra Mondiale e persino soffrire per amore.

Psicologia Investigativa: cos’è un Cold Case? E perché ci affascina?

C’è da chiedersi come mai i “Cold Case” – i casi “a pista fredda” – occupino sempre le prime pagine dei giornali. Gli omicidi irrisolti ci attraggono perché sono la dimostrazione che qualcuno ha fatto qualcosa di molto serio; e qualcun altro non se n’è accorto. Oppure si è voltato dall’altra parte.

Cronaca & Storia: L’arresto di Lorenzo Bozano, accusato dell’omicidio di Milena Sutter

La serie di articoli su come i giornali genovesi raccontano la sparizione di Milena Sutter e i sospetti su Lorenzo Bozano (Genova, maggio 1971).

Storia: L'intervista a Sergio Romano sulla crisi in Ucraina (Tg2000 Il Post – 2014)

News

Il libro "Il Biondino della Spider Rossa",
in ebook o in versione su carta

Scritto dalla criminologa Laura Baccaro e dal giornalista e studioso Maurizio Corte sul (presunto) rapimento e omicidio di Milena Sutter (Genova, maggio 1971).
IL BIONDINO DELLA SPIDER ROSSA

Libro "Il Biondino della Spider Rossa " - Caso Sutter Bozano - Agenzia Corte&Media

Il Corsivo

Raffiche di mitra. Cinque uomini in divisa uccisi in una livida mattina romana. Un importante personaggio politico sequestrato. I messaggi dei terroristi che sfidano lo Stato. La prigionia per 55 giorni; e poi l’assassinio del rapito.

Potrebbe essere la sinossi di un thriller politico qualsiasi. E’ invece la sintesi dell’agguato, del rapimento e dell’assassinio di Aldo Moro, nel 1978, e dell’uccisione della sua scorta.

Non avevamo dubbi, quell’anno: le Brigate Rosse, i terroristi di sinistra, avevano fatto un salto di qualità. Sapevamo chi erano i killer, anche se non ne conoscevamo i nomi. Tutto a posto? Tutto chiaro? Pareva di sì.

I media ci avevano apparecchiato – immagino in buona fede – la verità dei fatti. La narrazione era poi proseguita con la scoperta delle prigioni di Aldo Moro. Con i nomi dei killer. Con l’individuazione dei capi delle Brigate Rosse.

Oggi, a 44 anni di distanza da quel caso, sappiamo che il teatro dei media ci ha fatto assistere a una tragedia dove, come in tutti i teatri, oltre agli attori vi sono suggeritori, sceneggiatori, costumisti, registi. E produttori.

Lo stesso potremmo dirlo di altre vicende giudiziarie. Di altri casi di cronaca nera. Tanto da portarci a una ferma convinzione: che, al solito, la realtà è assai più complessa della sua narrazione mediatica.

Maurizio Corte

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