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Redazione Il Biondino della Spider Rossa

Il movente? Un modo per complicare le indagini

Published almost 2 years ago • 5 min read

Il movente? Un modo per complicare le indagini

Quando accade un delitto – che si sappia o meno l’autore del reato – tutti quanti, stampa e investigatori, cominciano a smenarla con il tema del “movente”. Come se il movente potesse darci tutte le risposte, determinare così la pena dell’eventuale colpevole e metterci il cuore in pace.

Il padre della Psicologia Investigativa, David Canter, fa invece un’affermazione che smentisce questa posizione: “L'opinione popolare che il ‘movente’ sia un aspetto importante di un crimine si rivela estremamente problematica”, scrive nel suo libro sulla Psicologia Criminale.

Cosa sostiene Canter, che da psicologo ambientale a metà Anni Ottanta ha fatto arrestare a Londra, grazie al suo metodo di lavoro, due serial killer dei treni?

Il professor Canter dice in sostanza che ad uno stesso delitto possiamo applicare più moventi. Prendiamo ad esempio l’uccisione di una donna da parte dell’ex marito: il movente può essere quello della vendetta per la separazione e l’abbandono; oppure l’eredità che la morte della donna lascia all’ex coniuge; oppure il piacere di usare violenza contro la figura femminile.

Se poi andiamo ancora più a fondo, uno psicologo potrebbe trovare in quel gesto l’espressione di un rapporto problematico dell’assassino con la figura materna. Oppure il movente potrebbe essere legata a una concezione violenta e patriarcale dei rapporti coniugali, ereditata dalla figura paterna.

Di qui l’importanza di spostare l’attenzione dall’ineffabile movente a ciò che accade di fatto in un delitto, raccogliendo tutte le informazioni possibili. Di qui la necessità di avere informazioni precise e verificate per capire l’esatta dinamica dell’evento; e quindi il livello di responsabilità dell’autore di reato.

Fare attenzione ai dettagli e alle informazioni, anziché fantasticare su un possibile movente, è poi utile per capire (in caso di offender sconosciuto) come l’assassino ha agito, con quale modus operandi si è mosso. E quale “firma” personale ha lasciato sulla scena del crimine.

Il Caso Sutter-Bozano e l’invenzione di un movente che non c’era

Se c’è un caso giudiziario che dimostra come il movente porti fuori strada è il caso di Milena Sutter e Lorenzo Bozano, che trattiamo nel blog Il Biondino della Spider Rossa. Fin dal giorno della sparizione di Milena, 13 anni, all’uscita della Scuola Svizzera di Genova, fu imposto un movente ben preciso: il rapimento.

Quando, poi, fu trovato il corpo di Milena – il 20 maggio 1971, due settimane esatte dalla scomparsa – il movente fu completato in questo modo: la ragazzina era stata rapita e uccisa da Lorenzo Bozano per incassare 50 milioni di lire di riscatto (circa 500 mila euro di oggi) e fare la bella vita.

Sul libro Il Biondino della Spider Rossa Maurizio Corte spiega perché quel movente non sta in piedi. E perché è facile da smentire, dimostrando che è infondato.

Si può dire con un certo fondamento che Milena è sparita ed è morta per motivi che esulano da quelli legati al denaro. E, viene da dedurre, per ragioni che nulla hanno a che fare con Lorenzo Bozano.

Lorenzo Bozano era allora estraneo alla sparizione e al decesso della giovane Sutter? Non è possibile affermarlo oltre ogni ragionevole dubbio; il che vale (il ragionevole dubbio) anche per la sua colpevolezza, dichiarata sulla base di tanti indizi e di indizi tanto aleatori.

Di sicuro, è possibile affermare che – nel Caso Sutter-Bozano – il movente non ha portato in alcun modo a capire quanto sia davvero accaduto alla ragazzina. In questo lavoro per avvalorare un movente farlocco il ruolo dei giornali genovesi è stato fondamentale.

Tanto da porre il dubbio se i cronisti di allora, in modo consapevole o meno, sono stati la cassa di risonanza di una storia inventata da qualche astuto narratore.

La protesta contro le verità ufficiali: “Piazza, bella piazza ” (Claudio Lolli, 1976)

Sull’attentato terroristico di stampo neofascista al treno Italicus (nel 1974), in cui morirono 12 persone durante il transito in provincia di Bologna, oggi sappiamo molto di più. Sappiamo che quell’attentato aveva il compito di mettere alle corde l’Italia, per destabilizzarla e renderla serva di entità estere. Sappiamo che, accanto agli attentatori neri, vi erano burattinai all’interno dello Stato, teleguidati da potenze straniere occidentali. Un movente, insomma, ben diverso da quello ipotizzato allora dai giornali.

Yara Gambirasio e Milena Sutter: cause e ora della morte

La nostra criminologa, Laura Baccaro, psicologa giuridica, confronta il caso di Yara Gambirasio (anno 2010) con quello di Milena Sutter (anno 1971). Entrambe avevano 13 anni. In entrambi i casi la condanna del “colpevole” non convince, oltre ogni ragionevole dubbio.

I film al cinema nel quarto weekend di luglio

L’uscita dei film nelle sale cinematografiche. Il “buio in sala” dei cinema ci propone una serie di pellicole da non perdere. Giusto per non dimenticare la vecchia abitudine del cinema dal vero.

Il trailer della newsletter Crime Window: L’assassino (film di Elio Petri, 1961)

“Privacy”. Serie tv sulla piaga del Revenge Porn

Due donne – una potente leader politica e una giovane operaia – al centro della serie tv spagnola su Netflix. Una narrazione ben fatta su storie di vita massacrate dalla diffusione di video a contenuto sessuale: il tutto fra il disprezzo di chi quelle due donne dovrebbe difenderle.

Media & Privacy: “Revenge Porn. Di cosa si tratta e come difendersi”, l’articolo di Laura Baccaro

Il Revenge Porn è la diffusione, non autorizzata, di video a sfondo sessuale di persone in genere di sesso femminile. La criminologa Laura Baccaro spiega come la “vendetta” sia solo una parte del fenomeno: alla base vi è il disprezzo della figura femminile.

Caso Sutter-Bozano: 50 imbrogli contro la verità. Parte terza

La serie di articoli su come la sparizione e morte di Milena Sutter e i sospetti su Lorenzo Bozano (Genova, maggio 1971) siano più complessi e intricati di quando sembri.

Intervista a Lorenzo Bozano /2 (Raffaella Fanelli, Linea Gialla, La7 - 2013)

News

Il libro "Il Biondino della Spider Rossa",
in ebook o in versione su carta

Scritto dalla criminologa Laura Baccaro e dal giornalista e studioso Maurizio Corte sul (presunto) rapimento e omicidio di Milena Sutter (Genova, maggio 1971).
IL BIONDINO DELLA SPIDER ROSSA

Il Corsivo

Può essere, il movente, associato a una forma di pregiudizio? A quanti è capitato di fondare la propria opinione di colpevolezza/innocenza sulla base del solo movente? Di sicuro a tanti: sia a noi comuni mortali sia agli “addetti alla giustizia”. Inoltre, siamo sicuri che in un caso di omicidio il movente sia sempre solo uno? In caso contrario, quale potrebbe essere il movente con il grado di maggiore incidenza sullo status di colpevolezza e su quali criteri viene valutato come tale? Nel caso, invece, in cui non è presente un movente preciso come si procede?

È una moltitudine di domande solo per il movente, uno dei tanti aspetti di un delitto (o tentato tale, se la vittima resta ancora in vita) e ciò dovrebbe bastare a dare l’idea di quanto sia importante, a chi di competenza, svolgere le indagini in maniera meticolosa e verificarle.

Anche a noialtri spetta un compito altrettanto importante: verificare le notizie che ci scorrono davanti agli occhi ogni giorno e non fermarsi solo al titolo. I titoli, infatti, sono le frasi spesso peggio scritti con il fine ultimo di catturare l’attenzione e distorcere l’opinione pubblica. L'analisi e lo storytelling dei media è uno dei compiti di cui ci occupiamo anche noi come team e insieme al gruppo di ricerca ProsMedia, nostro partner e specializzato in questo ambito

Titoli ricorrenti che ci capitano spesso di leggere sono: “Uccide moglie perché voleva separarsi” oppure “Sfregia il volto dell’ex per gelosia” o ancora “Duplice omicidio al culmine di un litigio”, e potrei andare avanti all’infinito. È arduo il lavoro di diffidare di queste narrazioni dal linguaggio scorretto; il movente non è sinonimo di giustificazione e nessun delitto può mai essere giustificato.

Gaia Corradino

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