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Redazione Il Biondino della Spider Rossa

Da true crime a crime fiction

Published over 2 years ago • 5 min read

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Dalle storie criminali alla crime fiction

Una ricerca che Gaia Corradino ha condotto su un nutrito gruppo di amanti del mondo crime ha rilevato che l’84,3% degli intervistati è interessato a storie tratte da fatti realmente accaduti. Il 58,3% è appassionato a vicende vere, prive di ogni traccia di fiction. Soltanto il 38,9% è attratto da storie di pura finzione.

Questo ci dice che la grande maggioranza delle persone che si appassionano alle serie televisive, ai film e ai romanzi thriller non lo fa soltanto per pura evasione. Del resto, anche le notizie più o meno tragiche che leggiamo sui giornali hanno una funzione di intrattenimento.

Ci interessiamo al mondo crime perché vogliamo comprendere il mondo in cui viviamo, le persone con cui ci relazioniamo, le interazioni sociali. Su questo possiamo registrare, in questo magazine, l’interesse enorme per i casi di Milena Sutter e Yara Gambirasio.

Del resto, sempre secondo questa ricerca, l’88,9% degli intervistati è interessato alla criminologia e alla psicologia investigativa. Mentre una percentuale importante (il 53,7%) è interessata al giornalismo investigativo e d’inchiesta.

Vi è una “fame di verità” e una curiosità che è protesa alla conoscenza. Certo, poi gli stili narrativi della fiction rendono il racconto più interessante. E’ però importante che alla base di un film o una serie televisiva del genere thriller vi sia un aggancio alle storie criminali della vita reale; per poterci dare risposte sensate e veritiere a domande urgenti.

Il senatore democratico Bob Kennedy  ucciso nel 1968 - Stati Uniti - magazine ilbiondino.org - ProsMedia - Agenzia Corte&Media

I dubbi sull’attentato a Bob Kennedy

Chi ha sparato a morte a Robert Francis Kennedy, il 5 giugno 1968 a Los Angeles?

Di sicuro il giovane giordano di origini palestinesi, Sirhan B. Sirhan, 24 anni, ha sparato otto colpi. Ma siamo certi che sia partito da lui il colpo che ha ucciso il giovane fratello del mitico presidente John Fitzgerald Kennedy?

La pistola di Sirhan era una calibro 22: otto colpi a disposizione. Alla fine, però, i fori da proiettile contati sono stati tredici.

Non solo. Sirhan spara al senatore democratico Bob Kennedy, che ha appena vinte le primarie del suo partito in California. La strada per la corsa alla Casa Bianca si presenta in discesa.

Sirhan spara ma avendo di fronte Bob Kennedy, nel locale dispensa dell’Hotel Ambassador di Los Angeles. Il colpo, sempre un calibro 22, che ferisce a morte il senatore – la cui morte avviene il giorno dopo, alla fine dell’agonia – gli arriva al cervello da una zona vicina a un orecchio.

Quindi, il proiettile del killer di Bob Kennedy, in quel giugno di festa per la vittoria alle primarie del Partito Democratico statunitense, parte da una pistola collocata alle spalle del senatore.

Che Sirhan – che nel 2021 ha scontato 53 anni di carcere – non sia il killer ne è convinto un anziano sostenitore di Bob Kennedy, Paul Schrade, pure lui ferito dal giovane palestinese, ma rimasto vivo.

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La violenza online va combattuta senza esitazioni

Stalking, bullismo, revenge porn: tutte queste forme di violenza possono moltiplicarsi quando sono condotte via Internet; e così danneggiare al massimo livello chi ne è vittima.

Per questo è importante riflettere, sottolineare e affrontare il tema della violenza su Internet: la cyberviolenza, ovvero la violenza perpetrata con computer, smartphone e tablet.

Conoscere il fenomeno della cyberviolenza è fondamentale per difendersi. Il fenomeno è di sicuro sottovalutato. Ed è sottovalutato il danno che viene fatto alle vittime – spesso donne – della violenza online.

“Making a murderer” e la costruzione del mostro

Può capitare a ciascuno di noi, solo perché scomodo a qualcun altro, di finire in un meccanismo giudiziario infernale: prove costruite a tavolino, diritti civili violati, processi penali condotti senza equità, la presunzione d’innocenza negata ad ogni udienza.

La serie televisiva thriller Making a Murderer racconta su Netflix l’odissea di Steven Avery, nello Stato americano del Wisconsin.

Al di là della professione di innocenza di Steven Avery, quello che sconcerta è l’assenza di voglia di verità di chi indaga su un caso criminale; e purtroppo anche della famiglia della vittima.

Vargas: “Scrivo per annullare la morte”

La scrittrice francese di romanzi “gialli”, Fred Vargas, ci dà la chiave per capire i suoi libri. Fred Vargas ha dichiarato tempo fa in un’intervista di scrivere libri “per annullare la morte”.

Questa dichiarazione della scrittrice parigina ci ha fatto pensare, dato che qui al magazine Il Biondino della Spider Rossa scriviamo recensioni su romanzi, serie tv e film dalla chiara connotazione “gialla”.

Mi sono chiesto: pure noi, come la Vargas scrittrice francese di gialli, nata a Parigi il 7 giugno del 1957, scriviamo per annullare la morte?

“Clickbait”, serie tv thriller sulle distorsioni dei media

Un rapimento finisce sui social media: cosa accade quando il dramma privato finisce su Internet? La serie televisiva Clickbait, otto episodi di 45-50 minuti l’uno, è fra gli spettacoli più seguiti dagli spettatori della piattaforma di streaming Netflix.

Si tratta di una miniserie televisiva dove in ogni episodio si complica il mistero di un rapimento trasmesso sui social media.

Il protagonista è Nick Brewer, un padre di famiglia rapito per presunti illeciti. Costretto ad ammettere le sue offese in video sempre più orribili, i segreti di famiglia si svelano man mano che ogni episodio passa da una prospettiva diversa.

Cronaca & Storia: “Rapita Milena Sutter, 13 anni”

Ragazzina sequestrata a Genova il 6 maggio 1971 all’uscita della scuola. Chiesti 50 milioni di lire di riscatto. Milena Sutter, studentessa figlia di un industriale della cera, è stata vista l’ultima volta alle ore 17 di giovedì 6 maggio 1971, all’uscita della Scuola Svizzera di Genova, mentre si dirigeva verso la fermata dell’autobus per far rientro a casa.

Le ultime persone che le hanno parlato sono i compagni di classe di terza media, scrivono i giornali genovesi del tempo. Questa la notizia della prima puntata della ricerca Cronaca & Storia sul Caso Sutter-Bozano, attraverso i giornali del tempo.

Il libro "Il Biondino della Spider Rossa",
in ebook o in versione su carta

Scritto dalla criminologa Laura Baccaro e dal giornalista e studioso Maurizio Corte sul (presunto) rapimento e omicidio di Milena Sutter (Genova, maggio 1971).
IL BIONDINO DELLA SPIDER ROSSA

Libro "Il Biondino della Spider Rossa " - Caso Sutter Bozano - Agenzia Corte&Media

Il Corsivo

Quando le strategie narrative adottate dalla fiction incontrano il giornalismo investigativo nasce un nuovo genere definito True Investigation, che adotta lo Storytelling documentaristico per raccontare vicende reali di cronaca nera.

Le logiche del documentario si fondono con quelle della narrazione accattivante con lo scopo di edificare un racconto reale dei fatti in chiave cronologica.

Si rischia di cambiare i connotati alla verità sostanziale dei fatti, quando avviene il passaggio da realtà a fiction?

Ho spesso avuto modo di constatare che talvolta nei prodotti televisivi ciò accade. L’intera struttura narrativa gioca sul contrasto di due sentimenti posizionati agli estremi opposti dell’animo umano: l’eccessiva empatia e il puro disprezzo.

Ecco che le emozioni prendono il sopravvento sulla ragione. La sfera razionale smette di funzionare per cui non ha più importanza il sistema giuridico, non ha più importanza il processo, chi ha commesso l’omicidio è condannato alla gogna mediatica. I fatti a questo punto diventano irrilevanti. La condanna è già avvenuta e non si ascoltano ragioni diverse dalle proprie convinzioni.

Perché succede questo?

L’arte di narrare storie - lo Storytelling per l’appunto - segue uno specifico iter lavorativo per trasformare i fatti reali di cronaca nera in un racconto capace di far vivere al pubblico una vera e propria esperienza narrativa. Un'esperienza che, altrimenti, senza particolari stimoli emotivi, non desterebbe un acceso interesse nel pubblico.

Dal true crime alla crime fiction, come allenare l’occhio a riconoscere e separare i fatti reali dal racconto enfatizzato del caso?

La chiave di lettura da adottare dovrebbe essere in grado di spogliare il racconto da vesti di esasperazione emotiva, a favore di una ricostruzione dei fatti neutra, esente da ogni forma di estremismo sentimentale.

Da studiosa di Storytelling cerco di analizzare il linguaggio visivo utilizzato dalle serie televisive che si occupano di casi eclatanti di cronaca nera. Cerco di “ripulire” la narrazione per comprendere al meglio le dinamiche dei fatti accaduti.

Il mio obiettivo? Quello di favorire la giustizia senza perdere di vista la lucidità stabile, priva di carichi e strascichi emotivi, che educa da una parte al rispetto della vittima – senza invadere e violare la sua vita privata - e dall’altra a non disumanizzare l’autore di reato – evitando di etichettarlo come mostro e di riversargli addosso un carico poco civile di rabbia e cattiveria.

Nicoletta Apolito

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