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Redazione Il Biondino della Spider Rossa

Colpevolisti e Innocentisti

Published about 2 years ago • 4 min read

Colpevolisti e Innocentisti - Crime Window Newsletter 12 - magazine ilbiondino.org - ProsMedia

La giustizia? Non è affare per tifo da stadio

C’è qualcosa di malato nelle tifoserie che sostengono l’innocenza o la colpevolezza di una persona sospettata durante le indagini per un crimine. O che urlano pro o contro la condanna di un imputato alla sbarra.

Le informazioni che abbiamo su una vicenda di cronaca nera, come quelle su un procedimento giudiziario, sono filtrate dai media. Non abbiamo accesso diretto alle indagini, che mantengono verso la pubblica opinione il giusto riserbo.

Come cittadini siamo titolari del diritto a conoscere cosa accade nelle aule di giustizia, grazie alla pubblicità del processo penale. È giusto che ci vengano fornite informazioni anche in merito alle indagini, nei limiti in cui quelle notizie non sono di intralcio per gli inquirenti.

È però nostra precisa responsabilità sapere che tutte quelle informazioni – su indagini o processi – sono trattate dai media. Ovvero da organizzazioni, certo preziose in democrazia, che hanno loro routine di selezione e loro modi di vedere e presentare i dati.

Risulta quindi saggio, nel mentre ci formiamo una legittima opinione, lasciar da parte il tifo da stadio. E cercare di comprendere sia le ragioni dell’accusa che quelle della difesa; e di aver consapevolezza che le nostre pur comprensibili preferenze sono solo momentanee posizioni.

Lasciamo, insomma, libera la mente e libere le nostre emozioni di cambiare direzione. Senza incaponirci su frontiere e muri che possono crollare di fronte alla verità sostanziale dei fatti; e alla scienza.

Steven Avery - serie tv Making a Murderer - magazine ilbiondino.org - ProsMedia - Newsletter Crime Window

Steven Avery, la battaglia innocentista non si ferma

L’avvocata americana Kathleen Zellner è tornata a rassicurare le centinaia di migliaia di persone che seguono, con il fiato sospeso, la vicenda di Steven Avery.

Avery fu condannato una prima volta a metà degli Anni Ottanta, per uno stupro che non aveva commesso. La sua condanna fu il frutto di indagini di polizia a senso unico; e di condotte riconducibili sia a negligenza che a corruzione fra gli investigatori.

Uscito dal carcere, grazie alla prova del Dna. Steven Avery ha poi pensato – su consiglio dei suoi legali – non solo di ottenere il risarcimento per gli anni di ingiusta carcerazione; ma anche di fare causa alla polizia della contea di Manitowoc (Stato del Wisconsin) in cui è stato imprigionato.

Ha iniziato una causa che metteva sotto accusa l’intero corpo di polizia, i suoi vertici, la stessa procura distrettuale. Il risarcimento sarebbe stato di 36 milioni di dollari; e tutta la giustizia americana sarebbe stata andata a processo.

L’uccisione e la sparizione di una donna, Teresa Halbach, nel 2005, i cui resti furono trovati nella proprietà di Steven Avery, hanno portato all’incarcerazione dell’uomo (e di suo nipote Brendan, 16 anni). E alla condanna di entrambi: Steven all’ergastolo; e Brendan a svariati anni di prigione.

Il caso è stato reso famoso da due stagioni di un docufilm eccellente: Making a murderer.

La vicenda merita di essere seguita, per chi la conosce, e di essere conosciuta, per chi non l’ha mai incrociata.

Nel modus operandi del sistema giudiziario statunitense – pur diverso da quello italiano – possiamo cogliere in azione gli stessi schemi che ritroviamo in vicende giudiziarie come quella di Massimo Giuseppe Bossetti (caso Yara Gambirasio) e di Lorenzo Bozano (caso Milena Sutter).

Serie tv Sky IL RE sul mondo del carcere - magazine ilbiondino.org - ProsMedia - Newsletter Crime Window

Il Re. La serialità televisiva italiana si misura con il mondo del carcere

La serie tv “Il Re” è il primo prison drama targato Sky Original. Il protagonista è Luca Zingaretti, nel ruolo del direttore di un carcere dove esercita la sua personale idea di giustizia, al di sopra della legge dei tribunali e dei codici di procedura penale. Da marzo su Sky.

Film al cinema. Tornare in sala ci ridona il fascino del grande schermo

Qui trovi una guida ai siti che ti danno informazioni sui film proiettati nei cinema della tua città. Puoi anche consultare alcuni portali dedicati alle recensioni di pellicole di ieri e di oggi. Ci sono poi le anticipazioni sui film che usciranno a breve al cinema o nelle piattaforme di streaming.

Il trailer della newsletter Crime Window: Il verdetto (film, 1982)

Film da rivedere: “Il sospetto” (2012)

Un film da rivedere è Il sospetto. Una persona non può essere considerata colpevole fino a quando un tribunale non dichiari che ha commesso il reato al di là di ogni ragionevole dubbio. Ma spesso questa regola delle società democratiche non vale per la comunità in cui il sospettato vive.

Crime, Justice & Media: il Tg1 paragona a insetti i giovani delle periferie

La funzione dei media nel raccontare il crimine e la giustizia perde di credibilità quando le persone – quant’anche autori di reato – sono paragonate a insetti. O sono offese nella loro dignità. Confondere, poi, disagio e crimine provoca confusione; e non contribuisce a capire il problema.

Cronaca & Storia: Fermato il biondino della spider rossa

La serie di articoli su come i giornali genovesi raccontano la sparizione di Milena Sutter e i sospetti su Lorenzo Bozano (maggio, 1971).

“La parola ai giurati” (regia di Sidney Lumet, 1957)

in ebook o in versione su carta
Scritto dalla criminologa Laura Baccaro e dal giornalista e studioso Maurizio Corte sul (presunto) rapimento e omicidio di Milena Sutter (Genova, maggio 1971).
IL BIONDINO DELLA SPIDER ROSSA

Libro "Il Biondino della Spider Rossa " - Caso Sutter Bozano - Agenzia Corte&Media

Il Corsivo

Prendiamo una situazione particolare, uno scandalo, un caso di omicidio, insomma una “roba grossa”. Identifichiamo i protagonisti coinvolti. Infine aggiungiamoci il pubblico, da sempre spaccato a metà: innocentisti e colpevolisti. Questo è il palcoscenico apparentemente completo, mancano infatti le variabili, gli elementi d’arredo del palcoscenico. Il pubblico si è già schierato: nel campo di battaglia delle aule del tribunale c’è chi è già pronto a figurarsi come il boia e chi impersona uno scudo angelico.

Gli elementi cardine che mancano in scena sono quelle variabili-informazioni che contestualizzano il palcoscenico e definiscono i ruoli dei protagonisti. Variabili fondamentali ma spesso non limpidi, anzi filtrati. E qui entra in scena il personaggio del mutaforme, impersonato dai media. Loro costituiscono la porta tra le aule di giustizia e il resto del mondo, al quale fa fluire una moltiplicazione infinita di nuovi innocentisti e colpevolisti. Questi sono i pericolosi burattini dei media, che ne detengono le fila e li vestono di informazioni distorte, fatte di pregiudizi e convenzioni soggettive; i nuovi angeli e demoni fuori i tribunali.

Per i protagonisti coinvolti, la battaglia giudiziaria è già dura da affrontare ma non ne preclude la possibilità di uscirne vincitori. La battaglia mediatica è invece l’ostacolo quasi insormontabile per vincere la guerra.

Gaia Corradino

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